venerdì 19 marzo 2010

Scusa ma ti chiamo ammòre

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No, no, io non l’ho visto e non lo vedrò mai, ma lha fatto mia sorella. Poverina, non criticatela, voleva solo farsi due risate! E, spinta dalla malinconia che l’ha pervasa dopo la visione, mi ha confidato, a capo chino per la vergogna, la traumatica esperienza di aver visto per la prima volta un film di Moccia. Allora ho cercato i commenti degli utenti di Internet che ho rimescolato un po’ per descrivervi questo capolavoro del neorealismo cinematografico. Ho deciso di intitolarlo Scusate ma la chiamo CAGATA, come qualcuno suggerisce.
Qualcun altro ha voluto invece fare una dedica a cotanto spettacolo:

Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne letterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
[…]
Lasciate ogne speranza, voi chintrate.

Troppo nobile? Decisamente sì, allora cominciamo con gli insulti.  
Dopo gli oltraggiosi Tre metri sopra il cielo e Ho voglia di te, Moccia sforna l’ennesimo insulto alla cultura, ma questa volta non gli è bastato scrivere il libro, ha voluto farne pure il film!
Indegno, lo splendore di quella gran Mocciola di un Federico, il regista/scrittore che ha ingoiato da bimbo tutti i libri delle collane Harmony e Lyala. Sorpassa ogni limite della tolleranza, un insulto allintelligenza umana, che inizia con una trama inconsistente per proseguire con le scandalose interpretazioni degli attori che sono incapaci e più antipatici delle pustole, la regia è più piatta di un tappeto, la storia è una ca**ata immane ed è di un’imbecillità disarmante. Meglio un clistere di acido solforico e chiodi!
I nomi? Perfettamente in stile Moccia: dopo Pollo, Pallina, Babi e Step, arrivano Niki e Alex, i due protagonisti della storia, lui 37enne e lei con ben vent’anni anni di meno. Insomma: un film immondo che tra l’altro sembra istigare alla pedofilia.
Lei è bella, vabbe’, ma ha ingoiato l’elio? Sembra un citofono, quando parla. Recita peggio della Bellucci... non credevo fosse possibile. Ma dove l’hanno presa?
In più, cè questa patetica filosofia da Bacio Perugina che viene pure resa esplicita da quelle sconfortanti frasi che Moccia spara in sovrimpressione.
Dopo una storia tormentata, soprattutto per chi la vede, tutto finisce bene: Niki ha una famiglia straordinaria che asseconda le sue storie di sesso senza battere ciglio e diventa pure una fotomodella, tutte le amiche trovano l’ammòre vero e Niki e Alex vanno a fare picci picci pucci pucci sul faro… nessuno si chiede come camperanno.
Un film geniale il cui contenuto principale è che forse il linguaggio T9 è l’unico che Moccia sa scrivere. Pessimismo e fastidio.
Faccio i complimenti a chi è riuscito a portare a termine la visione perché è assolutamente imbarazzante. Non me la sento di commentarlo oltre... già la vergogna per averlo visto è tanta. Scusate, non lo farò mai più. Ma almeno non c’era Scamarcio…

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