venerdì 19 marzo 2010

La zia Julia e lo scribacchino

Delle due l’una: o il traduttore del romanzo è stato gran bravo oppure sto Vargas Llosa sa proprio scrivere.
E dire che se non fosse stato studiato così bene sembrerebbe un libro Harmony. Eh, sì, perché racconta una storia d’amore nei capitoli dispari e in quelli pari nientemeno che romanzi radiofonici peruviani, l’antenato più prossimo delle telenovelas sudamericane.
La storia è quella di Mario, diciottenne direttore del Servizio Informazioni di Radio Panamericana, a Lima. Il suo lavoro consiste nello scrivere e annunciare bollettini sulle notizie interessanti del giorno, aiutato dal suo redattore Pascual, amante delle catastrofi, e dal Gran Pablito, analfabeta.
A Radio Central arriva Pedro Camacho, popolarissimo autore boliviano di romanzi radiofonici, “individuo piccolino e minuto, ai limiti dell’uomo di bassa statura e il nano”, che, tra un infuso di cedronella e menta e un insulto all’argentinità (che, “come il morbillo, è contagiosa”), scrive, travestito dai suoi personaggi, storie che in poco tempo conquistano le folle.
Quasi contemporaneamente giunge in città la zia Julia, sorella della moglie dello zio di Mario, che diventa la sua innamorata (“nel senso più miraflorino della parola”) e che poi sposerà, non senza difficoltà familiari.
Accanto al racconto di Mario e Julia si svolgono allora, a capitoli alterni, i romanzi radiofonici di Pedro Camacho, il vero protagonista della narrazione: un “intellettuale fra virgolette” che “guardava olimpicamente i mortali”, il “Balzac creolo”, il “Napoleone dell’Altopiano”.
La sua ispirazione, però, finisce e lui viene internato in un manicomio. Uscirà, ma sarebbe stato meglio se fosse rimasto lì dentro perché finirà per fare il fattorino per una testata giornalistica sull’orlo del fallimento e sposerà una grassa ballerina di lap-dance.
A parte il finale, sottotono rispetto al resto, è un libro veramente interessante, ironico e letterariamente mooooooolto pregevole. Vargas Llosa riesce a scrivere una frase perfettamente comprensibile pur mettendoci un milione di incisi dentro.
Tra parentesi, io sto coi genitori di Mario che si oppongono al matrimonio tra lui e Julia. In fondo, lei era quasi pedofila.

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