venerdì 19 marzo 2010

Nine

Come ha ben detto Federico ieri sera, con un cast così era abbastanza difficile fare flop. Eppure il regista di Nine ce l’ha fatta. E ce l’ha messa davvero tutta.
Ispirato a 8 ½ di Fellini?! Io direi spudoratamente scopiazzato. E male, peraltro.
L’altro giorno qualcuno (mi pare Elisa), ha pubblicato un link ad un articolo che parlava delle vignette della Panini che copiavano Miyazaki e un utente si chiedeva dove stesse il confine tra l’omaggio e il plagio. Onestamente non lo so, ma credo che un omaggio sia banalmente un richiamo all’opera, una citazione, un’immagine simile, un concetto che riporta alle stesse emozioni. Il plagio è invece, in questo caso, quando si tenta di fare qualcosa, ma non si ha abbastanza estro (o talento?!) e quindi si copia.
Ho letto che il regista ha più volte specificato che il film non è un remake di quello di Fellini. Però l’idea è la stessa. Però i personaggi sono gli stessi. Però la storia è la stessa. L’unica differenza sta nel fatto che Nine è un musical e 8 ½ non lo era. Naturalmente sempre parlando di un capolavoro da una parte e un filmetto dall’altra (come disse Titina, «Non confondiamo la cacca con un’altra cosa!»).
Io non mi intendo molto di cinema, però 8 ½ l’ho visto e mi è piaciuto. La dimensione onirica che Fellini aveva rappresentato, forse per la prima volta (e che, intendiamoci, non aveva nulla di nuovo letterariamente parlando perché richiamava quel flusso di coscienza tanto usato dagli scrittori del ‘900), attraverso una crisi artistica, ma anche esistenziale, del protagonista, in Nine non c’è nemmeno lontanamente.
In 8 ½ il contrasto tra la moglie e l’amante è molto forte, anche in senso fisico. E infatti Fellini, che stupido non era, ha scelto di rappresentare la seconda con un’adattissima Sandra Milo, anche per l’opinione che il pubblico italiano aveva di lei. E alla povera Penelope Cruz, per quanto si sforzi e per quanto brava, una parte del genere non si addice per niente.
Sembra che la trama debba per forza incastrarsi tra un balletto e il successivo. E infatti è così, dal momento che il regista voleva fare un musical su una storia già scritta.
Comunque, secondo me, si aggiunge a tutto ciò il fatto che queste performance canore non è che siano poi stupende. In Moulin Rouge lo erano.
Infine ho letto che addirittura, oltre che la copia carbone (anche se il foglio originale si è spostato mentre lo ricalcavano) di 8 ½, il film è anche, in parte, tratto da un musical di Broadway. E allora, mio caro Rob Marshall, ti vorrei chiedere: tu, oltre a dare (immagino) un compenso da urlo a fior fiore di attori, che cosa hai fatto?
Credo che la tortura rappresenterebbe una valida alternativa alla visione di questo film: non vedetelo!

0 commenti:

Posta un commento

 
Copyright 2009 diario di una mente cattiva. Powered by Blogger Blogger Templates create by Deluxe Templates. WP by Masterplan
Creative Commons License
This opera by http://diariodiunamentecattiva.blogspot.com/ is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.