martedì 28 settembre 2010

SPQR = Sono Pochi Questi Romani

Sono Pochi Questi Romani – troppo pochi, purtroppo – per mandare a casa il Ministro delle Riforme
Sono Pochi Questi Romani per spiegargli che c’abbiamo messo tanto a fare l’Italia e adesso la vogliamo unita
Sono Pochi Questi Romani – ma abbastanza – per fargli sapere che ce l’avremmo noi una cosa migliore della bandiera italiana per “pulirgli il c**o” : si chiama carta vetrata
Sono Pochi Questi Romani per insegnargli che la “schiava di Roma” è la vittoria
Sono Pochi Questi Romani – ce ne vorrebbero di più – per dire a suo figlio che ci si spezza il cuore se non tifa la nostra nazionale ai mondiali
Sono Pochi Questi Romani per dirgli che, se vuole, ci può pure tornare nella natia val padana. Nel frattempo, le mettiamo noi le bighe in garage. Lui, però, ci mette la nebbia.

mercoledì 15 settembre 2010

Questionario letterario

Con un po’ di ritardo rispetto alla richiesta de La Lega dei Supereroi, vi propongo un interessante questionario.

1) Quale libro stai leggendo attualmente? I promessi sposi di Alessandro Manzoni e le fiabe dei fratelli Grimm. Ho giustappunto finito di leggere la vera storia di quella “granculo di Cenerentola”, per citare quella granculo di “pretty woman”.
2) Perché l’hai scelto? Qualcun altro lo ha scelto per me. Nello specifico, non mi ricordo chi dei partecipanti del Circolo Pickwick, iniziativa letteraria in cui, mentre magnamo schifezze, discutiamo dei libri che leggiamo, dandoci delle grandi arie (qui tutte le informazioni).
3) Ti piace farti consigliare libri dagli amici? Dipende da quali amici. Se hanno bei gusti, sì.
4) Lo scaffale che visiti per primo in libreria? Classici. Visiterei volentieri quello delle novità. Se solo ci fosse una novità degna di essere letta.
5) Il tuo libro preferito? Troppi. Non sapendo quale scegliere, propongo una personale hit parade letteraria, per genere. Favole: Le avventure di Pinocchio, Alice nel paese delle meraviglie. Fumetti: Watchmen. Fantasy&co: Il signore degli anelli, Dracula. Fantascienza: Il cacciatore di androidi, 1984, Farenheit 451. Romanzi: (simil-storico) Via col vento, Il nome della rosa, Q, I miserabili, (altro) Ulisse, La delfina bizantina, Il profumo, Lolita, Notre Dame de Paris, La fattoria degli animali, Cime tempestose, Il ritratto di Dorian Gray, Delitto e castigo, I fiori blu, L’urlo e il furore, Oceano mare, Auto da fé, Don Chisciotte della Mancia.
6) Quello più brutto? Tutte le saghe fantasy (e similari) post e pre Tolkien, tranne quella di Tolkien, per cui un encomio sentito va a Le cronache di Narnia, letterariamente spregevole, dalla cui trama, che non credevo fosse possibile peggiorare, è stato tratto un inquietante lungometraggio degenerato col doppiaggio del leone di Omar Sharif.
7) L'ultimo libro che hai letto? Tecnicamente, l’ultimo che ho letto è stato Dracula di Bram Stoker. Cronologicamente, però, l’ultimo che ho riletto è stato Il nome della rosa di Umberto Eco. Tutto ciò perché abbiamo deciso di stupirvi con effetti non speciali, ma multimediali e stavolta - udite udite - il Circolo Pickwick non solo si terrà nella suggestiva cornice dell’abbazia di Farfa durante Lib(e)ri Sulla Carta, la Fiera dell’Editoria Indipendente, ma alla lettura si affiancherà la visione della trasposizione cinematografica del capolavoro di Eco, di cui discuteremo. E saremo tutte contente poiché la pellicola, molte di voi lo sapranno, ha per protagonista Sean Connery che, come il buon whisky scozzese, migliora invecchiando. Venghino siori, venghino.
8) Quello che aspetta sullo scaffale da anni? Nessuno. Leggo con certosina solerzia qualunque cosa, purché sia di qualità.
9) Quello che rileggeresti? Cfr. domanda n. 5.
10) Quello che non hai compreso? Ma che domanda è questa?
11) Quello che hai lasciato a metà senza rimpianti? Sulla strada di Jack Kerouac. Beat generation? No, grazie. Giovani nomadi alcolizzati - i più prossimi antenati dei fricchettoni cattivi - che vomitano da una parte all’altra degli USA. E dovrebbero essere fighi perché lo fanno coast to coast sulla route 66?!
12) Quello che hai lasciato a metà a malincuore? Il dottor Zivago di Boris Pasternak, ma tanto ho visto il film.
13) Quello con il miglior finale? Il profumo di Patrick Süskind.
14) Quello più divertente? Margherita dolcevita di Stefano Benni.
15) Quello più triste? Delitto e castigo di Fedor Dostoevskij.
16) Quello più originale? I fiori blu di Raymond Queneau.
17) Quello che più ti estrania dalla realtà? In che senso?
18) Quello che avresti voluto scrivere tu? L’urlo e il furore di William Faulkner.
19) Tre libri che vorresti leggere in futuro. Nell’immediato futuro Se questo è un uomo di Primo Levi, poi un Montalbano qualunque e in un futuro prossimo (quando starò in pensione a coltivare gerani) i restanti sei libri de Alla ricerca del tempo perduto, perché per ora ho letto solo Un amore di Swann.
20) Tre autori che ti piacciono. James Joyce, George Orwell, Oscar Wilde. Ma visto che so’ tutti inglesi, dico anche Italo Calvino e il primo Baricco.
21) Tre personaggi letterari tra i tuoi preferiti. Rossella O’Hara, la Regina di cuori, Medardo di Terralba.
22) Tre libri che non avresti voluto leggere. Cfr. domanda n. 6 (Le cronache di Narnia, Cronache del mondo emerso, Trilogia dei Lungavista, Queste oscure materie).
23) Tre autori che non ti piacciono. Ancora, cfr. domande n. 6 e 22 (C. S. Lewis, Licia Troisi, Robin Hobb, Philip Pullman), ma anche Stephanie Meyer, di cui mi è bastato leggere le prime pagine di Eclipse (non mio, ovviamente) in un momento difficile mentre ero al bagno. E diciamo che ha funzionato. Infine, l’immancabile Moccia, per partito preso (non ho letto niente di suo, ma andrò ad intuito).
24) Tre personaggi letterari che detesti. Tra le ignobili saghe fantasy già citate, tutti i fratelli de Il leone, la strega e l’armadio, in cui li chiuderei volentieri mentre il leone li sbrana.
25) Il tuo racconto preferito? Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, se vale.
26) Il libro della tua infanzia? Un libro illustrato sulle favole Disney.
27) Il primo libro da adulto? Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo.
28) Un libro che hai comprato solo perché ti piaceva il titolo? Il seme inquieto di Anthony Burgess.
29) Un libro che hai comprato perché ti piaceva la copertina? Quel che il corpo ricorda di Shauna Singh Baldwin. Mi sono fatta infinocchiare da un paio di mani tatuate all’henné.
30) Classici o Moderni? Non si era capito che era classici?
31) Ottocento o Novecento? Novecento.
32) Il più bel film tratto da un libro? Pari merito per Arancia meccanica e Blade runner.
33) Il primo libro che ti viene in mente? Ubik di Philip Dick, perché lo voglio leggere, ma alla domanda n. 19 ne avevo detti più di tre.
34) Un libro che sei stato obbligato a leggere e non ti è piaciuto? Il sonno della ragione di Juan Aguilera.
35) Un libro che sei stato obbligato a leggere, ma ti è piaciuto? Rileggere: Il cavaliere inesistente di Italo Calvino. Leggere: Don Chisciotte della Mancia di Cervantes. (Non perdetevi le mie straordinarie recensioni qui e qui).
36) Il tuo genere preferito? Boh. Mi sembrava carino terminare le domande con uno slancio d’ingegno.

martedì 7 settembre 2010

Quella voglia di scarpe

“Scarpe, di merda, […] che costano, milioni […]
E pensare che tutto questo lo hanno deciso i ricchioni”

Non per contraddire Elio, ma le scarpe di merda non esistono più dagli anni ’90. Forse dai tempi dei mocassini di daino, che non portano più nemmeno gli studenti di matematica.
Oggi le scarpe che si vedono nei negozi sono tutte bellissime. Tutte che ci fanno sentire come quelle di Sex and the city, anche se intanto trasciniamo i piedi per casa con gli zoccoli del dottor Schulls invocando Dio affinché lanci la moda comoda (in una “valle verde”, infatti, ci camminano solo le pecore).
Sandali o stivali, ballerine o espadrillas, le scarpe sono la croce di tutte noi donne. E ancora, alte o basse, basse o alte, a noi donne piacciono tutte. Perché, sapete, la voglia di scarpe è un bisogno primordiale, un istinto atavico. E, comunque, è dai tempi di Cenerentola che sono un must. Ci sarà pure un motivo per cui i fratelli Grimm decisero che doveva perdere una scarpetta di cristallo (che poi era d’oro) e non un ventaglio per conquistare il principe, no?! E ci sarà pure un motivo per cui vogliamo sempre delle scarpe con un numero più piccolo, anche se ci serve il piede di porco per farcele entrare.
Come nel ballo delle debuttanti, l’introduzione di una donna in società viene giudicata dalle scarpe che indossa. Per questo, fin da piccole desideriamo le Lelli Kelly… siam Lelli Kelly le tue scarpine, oh yeah, siam Lelli Kelly le più carine, oh yeah… Perché sono rosa, sì, ma anche perché nel jingle c’è un messaggio subliminale che ci suggerisce: «Comprale per andare al mare, mica vorrai assomigliare a tua cugina con quegli orribili sandali da scoglio!».
Il problema è che ci piacciono quelle che fanno male solo a guardarle. Aborriamo le ballerine anti-sesso che, diciamocela tutta, non stanno bene nemmeno a Carlà.
Sì, insomma, i tacchi slanciano, fanno sembrare la gamba più lunga, rendono la camminata più sensuale, ma fanno pure venire le vesciche ai piedi. Personalmente scelgo la via del dolore perché, dalla mia statura da pigmeo basso, mi piace provare l’ebbrezza di superare il metro e sessanta, un’altezza dove l’acqua salata bolle prima per via della pressione, a cui quando salgo c’è uno sbalzo di temperatura tale da richiedere il golfino di lana. Sarà per questo che sento sempre freddo.
Eh sì, i tacchi ci piacciono troppo. E non importa se facciamo più fatica noi con un tacco 12 che Gesù Cristo quando portò a spalla la croce (lui al massimo c’aveva una scarpa alla schiava, che comunque ora vanno di moda). Per indossarli siamo disposte a fare magie. Infatti io vorrei essere una strega. Ma con le scarpe Manolo Blahnik! Magari blé.
 
Copyright 2009 diario di una mente cattiva. Powered by Blogger Blogger Templates create by Deluxe Templates. WP by Masterplan
Creative Commons License
This opera by http://diariodiunamentecattiva.blogspot.com/ is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.