venerdì 19 marzo 2010

Santa Maradona

E vabbe, il film non è un granché, anzi, fa abbastanza schifo.
Purtroppo racconta la nostra storia. Quella, cioè, della nostra generazione, di laureati che non riescono a trovare lavoro. Qui sono Andrea e Bartolomeo, rispettivamente protagonista e co-protagonista (perché a Stefano Accorsi je dovevano fa’ fa’ pe’ forza il personaggio principale) che non lavorano, non sono iscritti a nessuna lista di collocamento («Io lo direi con un po meno dorgoglio, no?») e che vorrebbero prolungare all’infinito la loro adolescenza.
Eppure la trama è inconsistente, la storia d’amore pessima, la colonna sonora a tratti psichedelica che te sembra de sta sulle montagne russe.
Una nota positiva c’è, ed è Bartolomeo Vanzetti, il coinquilino di Accorsi.
Completamente accidioso, passa l’intera sua giornata in accappatoio a righe, trastullandosi coi videogiochi in cui ammazza nazisti indifesi. Fa la pipì seduto perché è troppo pigro per farla in piedi. Dice di fare il critico letterario, ma in realtà prende le recensioni dei libri da un quotidiano locale siciliano, le scansiona e le manda al suo giornale, spacciandole per sue. È segretamente innamorato di Lucia, «la nostra amichetta del terzo mondo» (perché italo-indiana) e insulta in continuazione il suo fidanzato, «Quell’essere mitologico? Quello col corpo da uomo e la testa di cazzo?!».
Però è borioso e saccente e questo mi piace.
Non ve vedete il film, perché non ne vale la pena, ma voglio concludere con l’unico elemento degno di nota o, comunque, uno dei pochi. Una signora entra in libreria chiedendo informazioni su un misterioso testo e Bartolomeo si spaccia per il commesso. Sentite cosa le dice.

Signora: «C’è un libro che vorrei. Me lo ha consigliato una collega a scuola, però, mi dispiace, non ricordo l’autore. Il titolo era: La profezia dei celestini».
Bartolomeo: «La profezia dei celestini… eh… Dunque, signora, temo ci sia un piccolo problema di confusione sul titolo. Allora, lei si confonde fra La compagnia dei celestini, Stefano Benni, Feltrinelli e La profezia di Celestino, James Redfield, Corbaccio. […] Deve sapere che il libro di James Redfield, La profezia di Celestino, è un libretto new age del cazzo e noi qui i libretti new age del cazzo non li abbiamo.»
Andrea: «È vero, mai avuti.»
Bartolomeo: «Ha sentito il collega? Invece La compagnia dei celestini è un best-seller e noi qui i best-seller non li abbiamo, abbiamo solo libri di qualità, è chiaro?!»

Avrei sempre voluto dirlo io… magari salvando il povero Benni!

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