domenica 14 marzo 2010

I fiori blu

Surreico, onirale: gli aggettivi giusti per questo romanzo. Un racconto sul colendissimo duca d’Auge, il quale, “all’alba del venticinque settembre milleduecentosessantaquattro”, dall’alto del suo sapere, ma soprattutto della torre del suo castello, si accinge a “considerare un momentino la situazione storica”. Oppresso dalla tristezza, parte, “silentario e solizioso”, alla volta di Parigi dove rifiuterà l’invito di Luigi il Santo di partecipare all’VIII crociata.
Così comincia la storia. Non nel senso di romanzo, ma in quello di passaggio da un evento storico a un altro. Ed è così che il nostro eroe (ma mica poi tanto, dato che non partecipa alle crociate, difende i mangiatori di bambini e scappa a gambe levate dopo la presa della Bastiglia), il duca d’Auge, comincia il suo viaggio. Nel 1264 rifiuta di partire per la crociata, finanziata in parte, malgrado la santità del re, dalle «nostre sgualdrine, le più belle di tutta la cristianità» e discute con Onesiforo, l’abate del suo castello, sulla “storia universale in generale e la storia generale in particolare”. Nel 1439 compra cannoni per difendersi dalla Real Guardia Celere e conosce Russola, che poi sposerà. Nel 1614 incontra l’alchimista Timoleo Timolei e dipinge grotte per dimostrare l’esistenza dei preadamiti. Nel 1789, in piena rivoluzione, scappa in Spagna.
E, nel frattempo, sogna, sogna di essere un uomo del futuro, Cidrolin, (o è forse lo stesso Cidrolin che sogna di essere il Duca del passato?) che, nel moderno 1964, se ne sta tutto il giorno a bere essenza di finocchio sulla sua Arca, immobile quanto lui. La sua unica attività è insieme quella di indicare il “campinghe per campisti”, soprattutto alle canadesi, e quella di coprire le ingiurie dipinte sul suo steccato.
Infine i due si incontreranno e la patetica esistenza di Cidrolin si arricchirà di destrieri parlanti, figlie belanti e nobili vari, finché non si compirà il diluvio universale e così la purificazione della storia. Il cerchio allora si chiuderà.
Un viaggio surreale tra i sogni, o meglio, un sogno nel sogno, dove il racconto, cosparso di giochi di parole e acrobazie sintattiche per restare al pari del suo fratello francese, ha due protagonisti, uguali e dissimili, che sognano, uno (quello del passato) il futuro e l’altro (quello del futuro) il passato. All’eroicità del duca, impegnato in folli avventure a spasso nel tempo (o nella storia), fa eco un indolente Cidrolin, ammarato con la sua chiatta nello stesso posto.
Leggetelo perché vi dico che quel diavolo di Queneau, scrivendo questo romanzo, ha fatto la pentola… e Calvino, con la traduzione, “anche il copernico”!

3 commenti:

Chiara ha detto...

Questo è dedicato a G2!
Per gli altri... mi sa che vi annoierete un po' con le mie vecchie note, ma presto arriveranno quelle nuove.

fedasile ha detto...

G2 è stato avvisato!

Exluso ha detto...

Grazie :)

E' un capolavoro. Anche se francese io adoro Quenau, ma ancora mi chiedo quanto merito vada al traduttore... Calvino non era proprio l'ultimo arrivato.
Un dubbio che avrò in eterno, a meno che qualche francofono (io non lo sarò mai) non corra in mio aiuto... ( ehi? aspetta... sono circondato da francesi... potrei provare a chiedere... in fin dei conti ho conosciuto l'insegnante del figlio di Ildefonso Falcones...).
Ad ogni modo Aringrazio Chiara per la dedica e se mi consentite, già che ci sono ringrazio anche chi non leggerà mai questo blog: Marialuisa che mi ha fatto leggere il libro nei primi turni di notte della mia vita.
A presten!

Posta un commento

 
Copyright 2009 diario di una mente cattiva. Powered by Blogger Blogger Templates create by Deluxe Templates. WP by Masterplan
Creative Commons License
This opera by http://diariodiunamentecattiva.blogspot.com/ is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.