giovedì 31 marzo 2011

Lo scienziato a targhe alterne

Ne hanno parlato tutti, è vero. Ma io non potevo non esprimermi sulle sconcertanti dichiarazioni del vicepresidente del CNR che, sulle sacre frequenze di Radio Maria, riferendosi allo tsunami in Giappone, ha affermato che «Le grandi catastrofi non sono solo, spesso, atti di giustizia di Dio, ma sono altrettanto spesso una benevola manifestazione della misericordia di Dio».
E non era nemmeno posseduto. Se lo fosse stato, almeno sarebbe bastato pronunciare la sempre cara formula magica «Satana, esci da questo corpo!». Invece, ce lo teniamo così: capace di intendere e di volere, ma soprattutto di dire smisurate stronzate, che – pare – abbiano accompagnato da sempre la sua brillante carriera.
Il problema è che non sono manco braccia tolte all’agricoltura, quelle di uno così, perché neanche le zucchine nascono a forza di dogmi.
Uno scienziato a targhe alterne, insomma, specie al 27 del mese.
Per lui il più sulfureo degli anatemi: che lassù qualcuno “manifesti benevolmente la sua misericordia” nei tuoi confronti “per risparmiarti un triste avvenire”!

giovedì 24 marzo 2011

Destroy

Come ha detto Spocchiagirl, qualcuno di noi avrebbe dovuto leggere – prima o poi – un libro di Isabella Santacroce. Ed è toccato a me. Quindi, ho fatto il mio dovere.
Avendo guardato qualche intervista dell’Isabellona, mi aspettavo di trovare descritto non meno dell’Anticristo. Invece, niente. Non c’era. Non c’era proprio. A dire la verità, c’era poco. Il tutto, però, narrato in un non ben identificato idioma, italiano sì, ma insaporito di etnici lemmi inglesizzati o inglesi del tutto. E, naturalmente, l’immancabile punteggiatura casuale. Un gergo così mi avrebbe pure intrigato, se non fosse stato ostentato a tal punto. Troppo artificiale, troppo costruito.
Poi. Se non ci fossero stati Irvine Welsh, Charles Bukowski, Jack Kerouac e tutto quel filone lì, probabilmente la Santacroce avrebbe scritto qualcosa di avanguardistico, come credo lei abbia pensato di fare. Amore saffico, voyeurismo, tute attillate di latex, anfetamine varie. La solita storia: sesso, droga e rock’n’roll. Anche se, effettivamente, qui è una non-storia avviluppata a numerose colonne sonore (non rock’n’roll, ché quello andava di moda e faceva figo tempo fa, ma oramai non più).
Quello che penso io è che lei abbia cercato di descrivere se stessa. O meglio, ciò che crede o vorrebbe far credere di essere. Ha creato un personaggio, di quelli strani-tra-virgolette-che-a-forza-di-essere-strani-sono-tutti-uguali. Quindi, si è vestita di nero stile metallaro e ha fatto qualche intervista a tarda ora cercando di rispondere casualmente a qualsivoglia domanda.
Detto tra noi, nonostante tutto ciò, credo proprio che Isa sia un po’ come Marilyn Manson, dark fuori e pantofolaio dentro (come diceva la fidanzata non so bene in quale intervista). Molto probabilmente adesso, che è quasi ora di pranzo, starà riscaldando il sugo in vestaglia mentre canta Fotoromanza. Che, però, è della Nannini e può perfino palesare che le piace perché, anche se è una cantante pop, è lesbica.
Riassumendo. Tempo immaginario? Già fatto. Linguaggio rivoluzionario? Già fatto. Storia pulp? Già fatta. Conclusione: niente di nuovo.
Eppure, qualcosa che mi è piaciuta c’è. Non saprei bene come esprimerla, ma c’è.
Vorrei dunque concludere questa simil-stroncatura con una frase dell’autrice stessa che sintetizza il mio stato d’animo, ben riassume il significato del romanzo intero e che racchiude in sé tutto quello che si può dire su questo libro:
“5+2”

mercoledì 16 marzo 2011

Il mondo a rotoli

È quando vedi che al posto di Biagi ora c’è Ferrara che capisci che il mondo sta andando a rotoli.

domenica 13 marzo 2011

Tambasiando

«Ma più bello del verbo è farlo: che significa svegliarsi, non lavarsi, rimanere in ciavatte e poi mutande/pigiama a seconda di come uno usa dormire o indossando solo Chanel n. 5, a seconda… a ognuno il suo. Dopodiché, girettare per casa facendo cose fondamentali come equilibrare perfettamente un quadro alla parete. Oppure guardare una cartolina, non leggerla e rimetterla a posto. Questo è tambasiare.» (Andrea Camilleri a Parla con me)

Oppure nella vestaglia rosa di Hello Kitty, ché qui fa freddo, mica come in Sicilia. Ma oggi qualcosa mi toccherà pur farla che è Carnevalone Liberato.
 
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