venerdì 19 marzo 2010

Sa(n)remo bambini che fanno “oh”… sì, ma dall’imbarazzo

Quest’anno mi sono messa, con impegno, o, come direbbe papà, di buzzo buono, a vedere il Festival di Sanremo. Soprattutto perché a presentarlo è Antonella Clerici, l’indimenticata (almeno da me) conduttrice de La prova del cuoco, la regina delle lasagne alla bolognese e delle tagliatelle di nonna Pina, la beniamina delle casalinghe, colei che porta alto lo stendardo dell’adipe che mamma natura le ha donato (e mica solo a lei).
La prima serata si è aperta all’insegna dell’allegria e dell’innovazione con Toto Cutugno, in completo bianco e orecchino di diamante, che ha presentato la sua Aeroplani. Ora, Toto, parliamone un attimo: sei arrivato sempre secondo al festival della canzone italiana, c’hai una certa età, pertanto hai due possibilità: o decidi che continuerai la tua carriera in un posto secco e freddo come la Siberia (che io so essere uno dei luoghi dove ti apprezzano di più) oppure ti metti a casa buono buono a tagliare l’erba del prato di casa tua. Ma ti prego, non continuare a tormentarci con la tua eterna lagna.
A seguire è arrivato Nino D’Angelo con un’imbarazzante canzone napoletana (il titolo dice tutto: Jammo Jà) e, per concludere quella che è stata la mia prima serata di cantanti, Pupo ed Emanuele di Savoia, che, come molti di voi avranno notato, canta come il Giudice Morton di Chi ha incastrato Roger Rabbit?. Ma non è finita qui. Poi c’è stata l’intervista, se così si può definirla, di Antonella Clerici a Cassano. Io pensavo fosse straniero, visto il modo in cui parlava, invece poi l’arcano è stato svelato: è di Bari. Il commento di papà quando gliel’ho raccontato è stato: «E mo’ parla bene, dovevi senti’ prima». Fa il calciatore, ma ha scritto un libro di aforismi. Be’, non prendiamocela se gli aforismi prima li scriveva Oscar Wilde, perché viviamo in tempi moderni e chiunque può farlo. Infatti. Ha commentato uno dei migliori, che recitava così: «Ho scritto più libri di quanti ne abbia letti». Il fatto è che fino ad ora ne ha scritti solo due, quindi, se la matematica non è un’opinione, l’unico numero intero minore di due è uno. Che tristezza. A questo punto ho dovuto per forza cambiare canale. E meno male che su Rai 3 c’era Ballarò.
Poi c’ho riprovato la terza sera, ma, pure stavolta, hanno cominciato con Toto Cutugno, ancora in completo bianco con orecchino di diamante e, come se l’imbarazzo non avesse mai termine, si è presentata insieme a lui Belen Rodriguez, eterna presenza della televisione italiana, dopo la sua magistrale interpretazione ne L’isola dei famosi. La fantastica Aeroplani è stata pertanto cantata in duetto da Belen e Toto che si guardavano romanticamente nelle palle degli occhi e che faceva pressappoco così. Lui: «Amore mio stringimi forte le mani». E ha pure stonato. Lei: «Ammore mmio, dimi che mi ami».
Anche questa sera hanno proseguito la dimostrazione canora Pupo ed Emanuele Filiberto, patetica al punto tale che nemmeno la presenza del tenore che li accompagnava ha contribuito a rendere più dignitosa l’esibizione della canzone più sciovinista del festival: Italia, amore mio. E pure qua, reitera il tanto inflazionato “amore mio”. Un tormentone, come la “pace nel mondo” per le Miss. Chiaramente ho dovuto cambiare canale anche stavolta, andando su un più affidabile Annozero. Antonella… e però l’hai voluta tu! Ma rimarrai sempre, e comunque, la conduttrice più simpatica che ci sia!
Mauro Mazza, il direttore di Rai 1, ha commentato così l’evento: «Il Festival di Sanremo di quest’anno tende a somigliare all’Italia di oggi». Non posso trovarmi più d’accordo.
Morgan, non preoccuparti di non essere stato invitato al festival solo perché pippavi un po’ di coca: quelli che fanno successo a Sanremo poi svaniscono nel nulla. Qualcuno si ricorda chi sono i Jalisse?

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