venerdì 19 marzo 2010

La rivincita delle bionde

Anche i film frivoli possono, a volte, insegnarci qualcosa.
È questo il caso de La rivincita delle bionde che racconta la storia della biondissima Elle Woods, volubile e ricca ragazza californiana, candidata più e più volte al prestigioso premio Miss Bikini dell’anno, reginetta della confraternita Delta Nu che si sente meglio, qualunque cosa accada, andando dall’estetista a farsi le unghie. Tutto scorre alla perfezione finché, quando meno se lo aspetta, il fidanzato, perché la considera troppo superficiale («Se diventerò senatore dovrò sposare una come Jackie non una come Marilyn»), la lascia nel bel mezzo di una cena… subdolamente, aggiungerei io (potevano almeno fini’ de magna’).
Così lei decide, nonostante le avversità e il parere contrario dei genitori («Tesoro, sei arrivata seconda al concorso “Miss Aria delle Hawaii”. Perché buttare all’aria tutto questo?»), di iscriversi alla facoltà di legge e si trasferisce in quel di Harvard insieme al suo guardaroba griffato e chihuahua munito di collana di Tiffany.
Elle riuscirà, proprio grazie alle sue conoscenze modaiole che tanto l’avevano intralciata, a farsi strada nel mondo forense. Verrà infatti coinvolta nella difesa di Brooke Windham, idolo ginnico delle ragazze, in un processo che vede quest’ultima colpevole dell’omicidio del marito. Eluderà l’accusa del giardiniere che diceva di aver avuto una relazione con Brooke dimostrando la sua omosessualità (scoperta perché lui sapeva che le scarpe che lei indossava erano della passata collezione di Prada) e dimostrerà che la vera colpevole dell’omicidio è la figlia stessa dell’assassinato poiché sosteneva di essersi fatta la doccia proprio dopo la permanente («Non è una regola fondamentale della permanente non bagnarsi i capelli entro le prime 24 ore per evitare di neutralizzare l’azione dell’ammoniaca?»).
È una commedia semplice e senza pretese, ma, dietro questa parvenza, qualche significato ce l’ha, sebbene trito e ritrito: la diversità, i pregiudizi, ecc. ecc. Però è divertente e alcune delle battute sono esilaranti, adattissime al genere.
Da parte mia posso dire che, oltre al bikini paillettato, quello che mi è piaciuto di più è stato il suo porta fazzoletti rosa peloso… quanto lo vorrei! Almeno quando devi fare una cosa triviale come soffiarti il naso lo puoi fare con stile!

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