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venerdì 11 maggio 2012

Un #SalTo di qualità


Accompagnate dai nostri fidi compagni, che vengono con noi per una ragione molto più prosaica della nostra (leggasi: magna’ a Eataly), io e Spocchiagirl siamo quasi pronte per andare a questo salone del libro di Torino.
Molte avventure ci attendono.
Sprazzi di, rispettivamente, cattiveria e spocchia per tutti.
Tremate. Le streghe son tornate.

sabato 28 gennaio 2012

Cosmo Pavone dove sei?

Cosmo Pavone, Cosmo Pavone dove sei? Qualcuno di voi l’ha visto?
E te credo che non l’ha visto nessuno, co’ ’sto freddo.

Ma, in questa triste e polare giornata, a beneficio di molte donne, svelerò quella che senza dubbio alcuno si è rivelata la più grande scoperta dall’invenzione della borsa dell’acqua calda: le calze-infiniti-denari recentemente distribuite al grande pubblico da Pompea.
Spiego meglio: morbido pile all’interno, microfibra 100% all’esterno per nascondere quella che, sì, certamente è la tomba della sensualità, non solo perché ti fa sembrare un palombaro con le gambe da calciatore, ma che incontrovertibilmente si rivela un’arma efficiente contro il gelo che d’inverno entra tra te e i jeans (la spiegazione fisica del fenomeno è oggetto di studio da molto tempo presso numerosi istituti di ricerca con cui, con ogni probabilità, gli stessi verranno candidati all’IgNobel).
Nel frattempo, a parte Voglia Di Uscire Saltame Addosso, tante soddisfazioni:
- Ho orgogliosamente superato pagina 371 di Infinite Jest.
- Faccio immense ricerche che spero possano portare da qualche parte.
- Ho comprato il Kindle, che non uso mai perché preferisco il libro (gli ingeneri, si sa, sono contrari a qualunque passo avanti della tecnologia).
Per il resto, i pupi stanno bene, grazie.

venerdì 4 novembre 2011

Che la Spocchia sia con me


Alla prima lezione, il nostro professore – colui che diventerà il nostro “B. interiore” accompagnandoci nei momenti più difficili – si è presentato leggendo questo estratto da Autorità e uso della lingua, in Considera l’aragosta di Wallace (mi sembra fosse più o meno così, ma l’ho ricopiata da Wikipedia, quindi potrebbe essere sbagliata):

Ci sono molti epiteti per persone del genere: Nazisti della grammatica, Maniaci dell’uso, Snob della sintassi, Battaglione della grammatica, Polizia linguistica. Il termine con cui sono stato cresciuto io è Snob. La parola è forse leggermente autoironica, ma gli altri termini sono disfemismi belli e buoni. Una definizione ampia di Snob potrebbe essere una persona che sa cosa significa disfemismo e cui non dispiace farvelo capire.

Ci ha detto che ci farà diventare più o meno così. Naturalmente, io parto avvantaggiata.
Ah, inutile dire che lo adoro.

giovedì 20 ottobre 2011

Felicità (senza il bambino dentro il panino)

Nonostante io non abbia più nemmeno il tempo di lavarmi (e lo faccio solo perché le convenzioni sociali me lo impongono) sono definitivamente e indiscutibilmente felice per quello che sto facendo ora e per quello che farò per almeno altri due mesi. Poi, certo, forse tornerò alla triste e grigia vita da ingegnere.
Peccato, ora che ero sopravvissuta alla selezione naturale della mensa.

lunedì 3 ottobre 2011

Benede’, co’ ’sto callo

Dopo la rassicurante notizia del Papa che ci ha confermato l’esistenza degli angeli (Benede’, co’ ’sto callo), senza la quale mai mi sarei ieri recata all’outlet, ho comprato un paio di scarpe fantastiche e completamente imbottite di pelliccia per cui so già che Ciro e mia sorella non smetteranno di smerdarmi per il resto dei miei giorni. Ma sono felice perché so che, essendo la pelliccia finta, più finta delle labbra di Moira Orfei, mi proteggeranno (certo più dell’angelo custode) dal freddo inverno che malauguratamente verrà.
E ho visto pure una puntata di Paint your life in cui Barbara faceva qualcosa di carino. Cosa voglio di più dalla vita? Eh, non lo posso dire qui, ma “Un Lucano” non è la risposta giusta.

sabato 24 settembre 2011

Di tutto un po’


Non sono partita per il confino, eh, né per fare la volontaria in una struttura sanitaria in Congo.
Invece sono ormai consapevole di tante cose: che se ti dicono che una borsa è di ecopelle vuol dire che è di plastica, che sceglierò sempre la pastarella alla cioccolata dopo averle valutate tutte, che odio il Times New Roman (e lo odiavo anche prima incontrare un grafico, che comunque non lo disprezza quanto me), che potrei essere vegetariana se non esistesse il prosciutto, che sebbene io sia piccola occupo parecchio spazio, che il caffè mi piace solo nel tiramisù, ma soprattutto che comincerà il freddo-ma-non-troppo che io odio dal profondo perché non so che scarpe mettere – e se non volessi costringere me stessa alla vergogna delle orribili ballerine? E non ditemi espadrillas perché la soluzione sarebbe peggio del male.
Poi, certo, ci sarebbero cose più importanti da dire come che il CERN ha scoperto che forse Einstein aveva toppato con la relatività (e quindi John Titor è davvero venuto dal futuro), che il Governo c’ha i numeri (sei o sette, a dire la verità) e che io ho lasciato il lavoro dopo cinque anni di “no contributi, no ferie, no malattia”. Ma invece la notizia più importante di questo periodo è che è ricominciata la terza serie di The vampire diaries (è noto il mio raffinato gusto cinematografico), che però in Italia arriverà nel 2012, se tutto va bene. Quindi ringrazio Dio di non essere stata ricoverata nell’ospedale congolese di cui parlavamo, ma sarebbe stato davvero figo nascere negli States. E, comunque, i vampiri in questione sono meglio di quelli di True blood (che – secondo me – vede solo chi si vergogna di noleggiare un porno), perché in ogni caso una lezione te la danno: se non sei bello bello bello in modo assurdo la vita sarà difficile.
Quindi, prepariamoci. Intanto, un buon non compleanno a tutti noi e tanti auguri al Signore Oscuro.

lunedì 1 agosto 2011

Chiuso per ferie

Questa volta abbiamo raggiunto quota dieci, che ancora non ho capito come sia possibile visto che il campeggio-tra-virgolette nel quale stiamo recandoci – con partenza alle tre di notte che mai succederà, lo so – è altro che i peggiori bar di Caracas. Ma nemmeno Ostia lido, per dire.
Quindi. Narcotizzate tutti i pargoli che si troveranno sulle spiagge di Roccella Ionica fino a circa Ferragosto. E, per favore, anche le cinquantenni in topless.
Certo, poi ingrasseremo tutti di una decina di chili col carboidrato assassino colazione-pranzo-e-cena, avremo un bagno comune che manco nei lager nazisti – o dovrei dire dei “tempi del comunismo”? (ma questo è un trademark di O.) – e bungalow altrimenti detti bunker. Però anche un mare da paura a duecento metri e nemmeno una zanzara.
Con 10 cm in più e Real Time in differita sarei la donna più felice del mondo.
E se fa brutto tempo, vaffanculo.

lunedì 25 luglio 2011

Dell’incompetenza del MIUR

Allora. Sono appena usciti i bandi sul sito del MIUR per il “reclutamento del personale della scuola”. Che in pratica sarebbero le supplenze (e Diario di una mente cattiva ti diventa anche sito trova lavoro, tiè).
Ora. Parliamo degli insegnamenti assurdi che io potrei impartire agli ignari monelli. E con me tutti (o quasi) i pòri ingegneri.
- Arte mineraria. Non so nemmeno di cosa si tratti. Forse dovrei educarli a ravanare nell’alveo di un fiume in cerca di pepite d’oro.
- Disegno tecnico e artistico. Disegno tecnico tanto quanto, ma artistico, parliamone. Senza contare che potrei farlo negli istituti tecnici “per le arti fotografiche”, “per le arti grafiche” e, i più belli, “per disegnatore di tessuti” e “maglieria”. Nonché negli istituti professionali “per la porcellana”. E magari diamo pure una botta di punto croce.
Auguro a chi ha deciso questi insegnamenti di slogarsi una caviglia – tra atroci dolori e indicibili pene – il primo giorno di una settimana bianca non rimborsabile, mentre un sanbernardo, fino ad allora docile e preposto al soccorso alpino, impazzisca mordendogli più volte il culo.

domenica 24 luglio 2011

Certe giornate amare

Ma che l’estate sta finendo? No, perché è tornato l’inverno. Stamattina sarei dovuta andare in piscina, invece – evidentemente – c’è qualcuno lassù che pensa che io stia meglio bianco cadavere che color caramello. Di quel bianco che, oltre alla cellulite che non parliamone nemmeno, ti si vedono pure i peli incarniti del dopo ceretta.
Mó capisco perché la gente va in vacanza a Porta di Roma, come diceva ieri Igor Righetti a Uno Mattina – che erano pure le nove meno un quarto e Uno Mattina lo guardavamo solo io e altri diciotto vecchi. Solo che Real Time non era disponibile perché pioveva e, come noto ai più, Real Time si vede solo nelle giornate di cielo limpido e bassa pressione, quando non c’è nemmeno una folata di vento a ottenebrare le frequenze del digitale terrestre. E quindi non sono arrivata in tempo per vedere il mio ultimo programma preferito – Ma come ti vesti? – ma ho guardato Tabatha mani di forbice e l’unica cosa che pensavo è che lei sembra cinese e invece l’hanno tirata solo un po’ troppo con la chirurgia estetica.
Ieri, peraltro, a Porta di Roma c’era il delirio. Io però volevo solo vedere l’ultimo Harry Potter. Che, vabbe’, non ve dico niente, ma, cazzo, il 3D è una tecnologia che non funziona e quegli occhiali te fanno sembra’ solo Clark Kent imbecille.
E domandi c’è pure un concorso alla Regione Lazio per cui tutto è contro di me: sveglia all’alba, svariati chilometri a piedi sotto il solleone, incendio alla stazione Tiburtina, nessuna speranza di passare la prova preselettiva e manco ho studiato, ché io diritto costituzionale non so che è, tranne forse che “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Forse.
E quindi. È difficile spiegare certe giornate amare.

martedì 18 gennaio 2011

A Cinderellissima story

A tutti quelli che stanno leggendo il mio blog per la prima volta: per favore, datemi un’altra possibilità. Oggi sto male. E, forte di questa condizione sofferente, spero che tutto quello che dirò non verrà usato contro di me.
Come sempre quando sto male, passo giornate intere inebetita davanti allo schermo a vedere serie televisive che neanche la più ottusa delle adolescenti, così che possano venirmi occhiaie castane, ché il tono su tono coi miei capelli ci sta bene.
Be’, insomma, ne sto guardando una di quelle in cui il più povero c’ha aragoste e astici nell’acquario di Louis Vuitton. Quelle in cui ti confondi tra la madre e la figlia. Fondamentalmente perché c’hanno la stessa età, madre e figlia, che è poi la tua, sebbene abbiano la pretesa d’essere diciassettenni. Che poi mica lo so perché li guardo, ‘sti telefilm: tutto il tempo a comprarsi borse e vestiti, arrivano alla boutique con la limousine, parlano di smalti, vanno col ragazzo della migliore amica, litigano a morte e naturalmente dieci minuti dopo sono diventate di nuovo sorelle di sangue. In vacanza solo a Parigi dove chi è che non incontra il principe di Monaco che le invita ad un incontro galante? E chi è che non indossa una scarpa Vivier che gli regala come ricordo? Cenerentola no di certo perché la sua di cristallo costava meno. Ma soprattutto, perché indossano Prada tacco 12 quando stanno a casa con la febbre?! Oh, ma dico, mica dovete aprire al postino caruccio! (Questa è un’altra storia, che prima o poi vi spiegherò).
Guardo loro. Poi mi guardo e vedo solo la vestaglia rosa di Hello Kitty.

mercoledì 1 dicembre 2010

Barocco in pizzo in pizzo

Sarà stata la levataccia alle sei di mattina, la riunione pleonastica alla quale sono stata costretta a partecipare, l’alito cipolligno, le mani che puzzavano di kebab, il fatto che non resto alzata fino a quell’ora nemmeno per capodanno, ma proprio non ho apprezzato ‘sto concerto “barocco in pispisi” (barocco in pizzo in pizzo, tanto per intenderci, solo detto in sardo) di Paolo Fresu. Sì, sì, bravo, ma che sfrantamento de co****ni… però te lo dico in punta di dita, eh, Ci’!

martedì 10 agosto 2010

Se sei brutto ti tirano le pietre

EL: Non è così brutta! Quando mi dicevate di lei, pareva la donna più brutta del mondo. Innanzitutto…
TI: Erano gli anni ’80…
FA: No, peggio, ’90!
TI: … che se te mettevi quelle cose fucsia sembravi un pallone!
FA: Beh, diciamo che c’ha bei lineamenti.
FE: Ma, veramente, io direi begli occhi.
FA: Più che altro la forma.
FE: E allora, se proprio dovemo dilla tutta, solo il colore.

lunedì 2 agosto 2010

L’opera e il primo chakra

Sabato sera io e Ciro siamo andati a vedere il Rigoletto alle Terme di Caracalla (mica pizza e fichi, ah!). Abbiamo pure scroccato il biglietto, gentilmente offertoci dagli zii di Ciro. In compenso, però, abbiamo pagato un’acqua e una lattina di Coca Cola (quelle sottili sottili) ben sette euro e cinquanta. Ora, visto che l’acqua (che volevo io, dato che avevo deciso quella sera stessa che avrei cominciato la cura “rinuncia zuccheri”) veniva due euro e mezzo, concludo che era la Coca Cola che-ti-fa-venire-le-lacrime-agli-occhi-non-per-le-bollicine-ma-per-il-prezzo di Ciro che costava ben cinque euri.
Comunque.
In ogni caso, bella trama, belle arie. Scenario suggestivo, cornice romantica, interpreti bravi. Insomma, Giuseppe Verdi era cazzuto. Ma, alla fine, è sempre la donna che schiatta.
Serata conclusa all’autogrill con cornetto grondante grasso alla marmellata (se si commettono peccati, è necessario farlo bene). E il mio proposito di non mangiare zuccheri è miseramente fallito. Tanto avevo pure mangiato il gelato.
Domenica, invece, siamo andati in piscina con La Principessa del Malawi e Brugnaman. Poiché non posso fare nomi, prenderò in prestito quelli de La lega dei supereroi (me lo concedi, Spocchiagirl, vero?). Questa è la conversazione alla quale ho assistito. Ah, per chi non li conoscesse, La Principessa del Malawi e Brugnaman sono solo leggerissimamente fissati con le pratiche alternative.

La Principessa del Malawi: Diglielo, amo, che m’hai detto stamattina!
Brugnaman: Che?
La Principessa del Malawi: Quello che m’hai detto stamattina!
Brugnaman: Che mi faceva male il primo chackra!
Ciro: E do’ sta sto primo chackra?!
Brugnaman: Nel culo! E tu non me lo fai il Reiki pe’ fammelo passa’!
Ciro: Te lo dico io come se fa’ a fa passa’ il primo chackra: toglite il portafoglio dalla tasca dei pantaloni quando guidi!

Il pragmatismo di Ciro è spiazzante. Per questo stiamo insieme.
 
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