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mercoledì 20 giugno 2012
lunedì 30 gennaio 2012
Anche la ruota quadrata gira
Dopo la chiusura di Megavideo e Megaupload, la notizia più inquietante del palinsesto televisivo – non potendo più io guardare Real Time, scomparso in un’altra sconosciuta linea temporale – riguarda il Fantabosco.
In seguito agli innumerevoli rimpiazzi che si sono susseguiti negli anni, è scomparso ora anche re Quercia. Principe Giglio (la cui capigliatura ricci-stoppacciosi batte di gran lunga quella piastrata) e consorte sono diventati rispettivamente re e regina. Solo che adesso il nome di principessa Odessa non fa più rima.
Ricordo ancora Tonio Cartonio. Una carriera onorevole di ben sei stagioni per essere poi sostituito da un più giovane Milo Cotogno che, coi suoi occhi acuti e penetranti, conquistò subito Fata Lina.
Non valsero a nulla le sostanze psicotrope che ingerì per amore della fiction.
Ma, accipigna, la ruota gira anche se è quadrata, cari amici, e, sebbene qualche potente l’avesse silurato per le sue palesi tendenze omosessuali, Tonio Cartonio è stato reclamato a gran voce dal suo pubblico. Oggi, con orgoglio, viene annunciata la sua reintegrazione a pieno titolo nel cast.
Forza Tonio!
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sabato 24 settembre 2011
Di tutto un po’
Non sono partita per il confino, eh, né per fare la volontaria in una struttura sanitaria in Congo.
Invece sono ormai consapevole di tante cose: che se ti dicono che una borsa è di ecopelle vuol dire che è di plastica, che sceglierò sempre la pastarella alla cioccolata dopo averle valutate tutte, che odio il Times New Roman (e lo odiavo anche prima incontrare un grafico, che comunque non lo disprezza quanto me), che potrei essere vegetariana se non esistesse il prosciutto, che sebbene io sia piccola occupo parecchio spazio, che il caffè mi piace solo nel tiramisù, ma soprattutto che comincerà il freddo-ma-non-troppo che io odio dal profondo perché non so che scarpe mettere – e se non volessi costringere me stessa alla vergogna delle orribili ballerine? E non ditemi espadrillas perché la soluzione sarebbe peggio del male.
Poi, certo, ci sarebbero cose più importanti da dire come che il CERN ha scoperto che forse Einstein aveva toppato con la relatività (e quindi John Titor è davvero venuto dal futuro), che il Governo c’ha i numeri (sei o sette, a dire la verità) e che io ho lasciato il lavoro dopo cinque anni di “no contributi, no ferie, no malattia”. Ma invece la notizia più importante di questo periodo è che è ricominciata la terza serie di The vampire diaries (è noto il mio raffinato gusto cinematografico), che però in Italia arriverà nel 2012, se tutto va bene. Quindi ringrazio Dio di non essere stata ricoverata nell’ospedale congolese di cui parlavamo, ma sarebbe stato davvero figo nascere negli States. E, comunque, i vampiri in questione sono meglio di quelli di True blood (che – secondo me – vede solo chi si vergogna di noleggiare un porno), perché in ogni caso una lezione te la danno: se non sei bello bello bello in modo assurdo la vita sarà difficile.
Quindi, prepariamoci. Intanto, un buon non compleanno a tutti noi e tanti auguri al Signore Oscuro.
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mercoledì 22 giugno 2011
Paint your life
Paint your life, ovvero come avere delle idee terrificanti e trovare qualcuno che, non solo pensi il contrario, ma che ti paghi perfino per realizzarle, è l’apice cattivo del palinsesto di Real Time – che possiamo vedere naturalmente solo quando le congiunture astrali sono favorevoli a captarne la frequenza, il che non succede quasi mai da quando c’è il digitale terrestre.
Infatti Barbara, che si spaccia per decoratrice e interior designer, ma che in realtà – secondo me – all’ora di educazione artistica faceva le palline di caccole da tirare ai compagni, ci insegna come trasformare un oggetto in un oggetto ancora più brutto di quello di partenza spendendo una barca di soldi in colla a caldo.
Realizza così soprammobili tra l’orrendo e il raccapricciante: librerie con le cassette della frutta del mercato, lampadari con le bottiglie di detersivo e pareti i cui colori farebbero rabbrividire un fuseaux anni ’80. Immancabile il decoupage, una delle cose più brutte che la mente umana abbia mai concepito, dopo le espadrillas. Sempre però che non abbiate mai visto le creazioni di Rush, il “genio del riciclo”.
L’unica nota positiva è il florist, di solito un povero extracomunitario, quindi sottopagato o non pagato affatto, che è il solo dello staff a saper fare qualcosa di pregevole.
Quindi la morale di tutto ciò che ho detto finora è che: “Non esistono brutti colori, ma abbinamenti sbagliati”. Sì, cara Barbara, i tuoi.
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mercoledì 11 maggio 2011
E che scossa!
Armati di cornetti rossi, i superstiziosi romani si sono concessi due giorni di ferie a causa della previsione del simil-scienziato Bendandi che annunciò un catastrofico terremoto che avrebbe raso al suolo la capitale. E i cinesi, pe’ non sape’ né legge’ né scrive’, se ne sono andati pure loro. Speriamo solo non in Spagna.
Mi raccomando, scaramantici all’ascolto, Giacobbo dice che nel 2012 avrete Saturno contro. Organizzatevi.
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domenica 24 aprile 2011
Buona Pasqua
Odio la pizza di Pasqua, perché è insipida e stoppacciosa. Potrebbe migliorare coll’uovo di cioccolata, ma perché rovinarlo con quella pastaccia dura quando è tanto meglio in purezza?!
Insomma, è Pasqua e sono più intollerante del solito. Sarà che arriva un momento in cui non ne posso più del freddo. E non diciamo sciocchezze sulla mezza stagione, signora mia, ché le mezze stagioni non esistono più. Ancora freddo e intemperie, ancora tutone informi e calzini spessi delle Winks, pasquetta come al solito pioverà e, come se non bastasse, è pure il 25 Aprile, giorno di vacanza in meno. Consoliamoci pensando che domenica prossima, e dico domenica, sarà il primo Maggio. Penso con bramosia a quei 30° quando finalmente riuscirò a trovare un motivo valido per uscire di casa.
Saluto tutti quelli che mi conoscono. Agli altri, buona Pasqua!
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domenica 13 marzo 2011
Tambasiando
«Ma più bello del verbo è farlo: che significa svegliarsi, non lavarsi, rimanere in ciavatte e poi mutande/pigiama a seconda di come uno usa dormire o indossando solo Chanel n. 5, a seconda… a ognuno il suo. Dopodiché, girettare per casa facendo cose fondamentali come equilibrare perfettamente un quadro alla parete. Oppure guardare una cartolina, non leggerla e rimetterla a posto. Questo è tambasiare.» (Andrea Camilleri a Parla con me)
Oppure nella vestaglia rosa di Hello Kitty, ché qui fa freddo, mica come in Sicilia. Ma oggi qualcosa mi toccherà pur farla che è Carnevalone Liberato.
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venerdì 4 febbraio 2011
La fidanzata a pagamento
Un pensiero nefando si sta impossessando della mia testa. Insomma, io vorrei un altro lavoro. Uno che mi piacesse veramente. Uno che non vuoi mai andare via dall’ufficio. O almeno, uno che mi permettesse di avere quei diritti minimi che abbiamo acquisito ormai da una quarantina d’anni. Uno che mi concedesse le vacanze quando voglio io. Perché i diritti non ce li abbiamo, ma i doveri… tutti, eh!
Poi hanno pure aumentato la mensa. Praticamente per lavorare mi toccherà chiedere un prestito.
Ma, dal momento che in Italia non è più come quando anche chi riusciva solo a fare la O col bicchiere trovava un lavoro, bisogna ingegnarsi. Quindi ho pensato: sono laureata in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio (che però sta a Ingegneria come Scienze della Comunicazione sta alle lauree umanistiche, senza offesa per gli scienziati delle comunicazioni, perché lo dice un ingegnere delle merendine), c’ho un master e lavoro da più di quattro anni, cosa mai potrei fare?
L’ispirazione mi è venuta da una fonte inaspettata, ossia quando guardavo il TG1 (vedere il TG1 oggi è come cercare su internet quelle notizie che nemmeno dal parrucchiere mentre ti fai la permanente), della qual cosa mi vergogno assai, ma tant’è…
Dunque l’unica risposta possibile è… rullo di tamburi… la fidanzata a pagamento. Quella che presenti ai tuoi genitori mentre, al massimo, le sfiori la mano.
Si accettano candidature. Astenersi perditempo.
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giovedì 27 gennaio 2011
Quando affancularti gli occhi
Mentre ieri tornavo dalla mensa – che, con la sua pasta coi broccoli, mi ha amaramente “ricordato che non siamo in Matrix” – pensavo. E be’, pensavo, dovrei scrivere qualcosa sul blog. Solo che mi sono ricordata che, non so dove, ho letto che “Un bevitore d’acqua non scrive mai nulla di bello”. E io invece sono – purtroppo – una che la bibita più simile a qualcosa di alcolico che beve è la Coca Cola, che, comunque, mi fa lacrimare gli occhi. Che la cosa più temeraria che ho fatto è stata tagliarmi la frangetta (un drammatico errore). Che se mangio il gelato di corsa mi viene mal di testa. Poi ho pensato che, però, puoi scrivere pure una cosa semplice. Basta che la scrivi bene. In realtà quello che c’avevo in mente era qualcosa di ben preciso: pensavo a un post, questo, di uno dei miei blog preferiti che leggevo qualche giorno fa. Che dice:
E quindi la prima consapevolezza del 2011 e’ la seguente: sono italiano, quindi le italiane sono inevitabilmente le piu’ belle. Ci metto dentro tutte, anche le culone che pensano “Io No di sicuro”. Tutte.
Sono gli occhi a fare la differenza. Perche’ in fondo e’ giusto che siano gli stessi occhi (o lo stesso tipo di occhi) delle bambine che ti circondavano sui banchi delle elementari. Gli occhi che ti erano attorno mentre crescevi.
E be’, insomma, fosse stato un complimento esplicito non avrebbe saputo essere più poetico.
Fosse vero, pensavo, potrei trasferirmi in uno dei tanti Paesi civili, che, com’è noto, hanno un clima dove i surgelati non hanno bisogno di congelatore. Fosse vero, potrei finalmente andare in giro col pile peloso che non ho mai osato indossare e nessuno ci baderebbe, perché guarderebbero solo i miei occhi. Basterebbe solo trovare un posto con tanti italiani.
Per la cronaca, il post dice anche:
Poi certo le italiane sono in assoluto le piu’ rompicoglioni del pianeta. Pero’, di nuovo: e’ un rompicoglionimento che conosciamo bene. Sappiamo come funziona, sappiamo quando intervenire e quando invece affanculare.
Ma questa è un’altra storia.
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