Ma, a parte questi
dissidi pedagogici su umanesimo, etica, progressismo, filosofia politica, La
montagna incantata è una lunga metafora sulla crescita intellettuale del
protagonista, affidata a un sanatorio dove sembra non ricevere alcuna cura se
non il tempo trascorso, che si rarefà come l’aria che si respira in quel
microcosmo popolato da malati, parrebbe, immaginari.
venerdì 10 aprile 2020
La montagna incantata
Come succedeva un
tempo per molti, moltissimi romanzi – penso, per esempio, a Moby Dick – la
trama principale non è nient’altro che un pretesto per interminabili
dissertazioni che trovano il loro climax nei conflitti peripatetici tra il
logico pensatore Lodovico Settembrini e il più ortodosso Leo Naphta, discorsi
tinti di passione, ragionati con una certa qual vicendevole astiosità per
accaparrarsi il parere del giovane iniziato, Hans Castorp, ora favorevole all’illuminismo
del primo ora al misticismo del secondo.
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