Paint your life, ovvero come avere delle idee terrificanti e trovare qualcuno che, non solo pensi il contrario, ma che ti paghi perfino per realizzarle, è l’apice cattivo del palinsesto di Real Time – che possiamo vedere naturalmente solo quando le congiunture astrali sono favorevoli a captarne la frequenza, il che non succede quasi mai da quando c’è il digitale terrestre.
Infatti Barbara, che si spaccia per decoratrice e interior designer, ma che in realtà – secondo me – all’ora di educazione artistica faceva le palline di caccole da tirare ai compagni, ci insegna come trasformare un oggetto in un oggetto ancora più brutto di quello di partenza spendendo una barca di soldi in colla a caldo.
Realizza così soprammobili tra l’orrendo e il raccapricciante: librerie con le cassette della frutta del mercato, lampadari con le bottiglie di detersivo e pareti i cui colori farebbero rabbrividire un fuseaux anni ’80. Immancabile il decoupage, una delle cose più brutte che la mente umana abbia mai concepito, dopo le espadrillas. Sempre però che non abbiate mai visto le creazioni di Rush, il “genio del riciclo”.
L’unica nota positiva è il florist, di solito un povero extracomunitario, quindi sottopagato o non pagato affatto, che è il solo dello staff a saper fare qualcosa di pregevole.
Quindi la morale di tutto ciò che ho detto finora è che: “Non esistono brutti colori, ma abbinamenti sbagliati”. Sì, cara Barbara, i tuoi.