La Resistenza me
la figuro coi fiori nei cannoni, che fa tanto guerra del Vietnam, più che fine
della seconda guerra mondiale, però poi penso alla guerra di Piero e ai mille
papaveri rossi che sanno di fine della guerra e dei morti della Resistenza, epperò
questa sera è già domani, mai come oggi, mai come quando arriva qualcuno e tu
fai più resistenza a aprire i porti, che però vedo più come un gioco delle
parti, dipende dal governo, apritisesamo fascista o comunista o entrambi, a
seconda dei voti che si stanno chiedendo in quel momento, perlopiù sotto
elezioni. E invece è bella, l’accoglienza, che porta altra bellezza, nella
riconoscenza, come i Rimon che ringraziano la Svizzera italiana di averli
accolti, e lo fanno attraverso la grazia di Lia Levi. E, se non si impara dalla
propria storia, allora è tutto inutile. Perciò speriamo che quest’Italia, oggi
più che mai, è già domani.
giovedì 25 aprile 2019
sabato 20 aprile 2019
La stanza di Giovanni
E poi, David,
quella fluidità con cui vai via dalla stanza di Giovanni, senza nemmeno dirlo,
abbandonandolo, reietto, nella promiscuità di Parigi, perché appartieni a
quella categoria da miopia concettuale di definirsi nella forma d’uomo anche se
si è solo un Barbapapà, se poi si mette dentro un bicchiere diventa bicchiere,
e non parliamo dell’uomo come concetto ché incarni un maschio poco uomo, non
tanto nella sessualità quanto nei sentimenti, e, Hella, tu sei una femmina poco
uomo, di quelle femmine che meglio accompagnate male che sole e l’emancipazione
manco col binocolo, cara mia, quest’apostrofo roseo ha rovinato intere
generazioni.
Però poi forse è
così, l’amore è solo imperfetto e, se non è così, è quello dei libri.