Che poi io, per
carità se sono un’esperta d’arte, lungi da me, non perché non mi piacerebbe
solo che sono andata in un’altra direzione e però voglio dire la mia lo stesso
che sennò si rischia di dire che l’arte concettuale piace a tutti e invece no,
è solo che nessuno la capisce, se non con le didascalie spiegate bene sotto e
allora è tutto un bluff, dunque ’sta cosa qua dell’arte concettuale è una gran
cagata, intesa proprio come merda d’artista, dove la merda è legittimata dall’artista
e invece, secondo me, mejo sarebbe se fosse un’opera legittimata da sé stessa
ché io penso sempre che siamo nani sulle spalle dei giganti e mi piace solo l’arte
che passa per un processo creativo, uno studio, perciò mi piace Picasso che ha
studiato dai suoi predecessori e il suo disegno si distingue da quello di un
bambino, pur essendo fatto delle stesse quattro linee, perché lui ha analizzato
mille tori e poi ha capito quali erano le uniche quattro linee necessarie per
rappresentarli, o Banksy, più figlio del suo tempo ma siamo lì, non come
Fontana, che vabbe’ che il taglio esce dalla tela per far affiorare il vuoto
che sta dietro e conferire tridimensionalità uno, due, tre volte e poi ha rotto
il cazzo. O come Marina Abramovič, che passerà alla mia storia come quella che fa
la guerra psicologica.
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