Caro Babbo Natale,
innanzi tutto vorrei fare gli
auguri. Quindi, bando alle ciance e
tantissimi auguri a Kate che, se qualcuno non l’avesse capito, è
incinta
tantissimi
auguri alle FS che, più di qualunque algoritmo statistico, ci ricordano quanto
sia casuale l’orario dei treni
tantissimi
auguri a Alemanno che a marzo ha detto che il biglietto dei mezzi pubblici a
Roma non sarebbe aumentato e invece col cazzo (nonostante la metro non sia
ancora riuscita a raggiungere, in chilometri, le due cifre come nelle altre
capitali)
tantissimi auguri a tutti gli uomini del mondo perché, dal
culo di Pippa alla farfallina di Belen, ci ricordano com’è facile – sempre –
abbindolarli con così poco
Poi. Ecco la lista dei regali di
quest’anno:
un contratto da precario a Monti, ché a lui piace
divertirsi
un antidepressivo alla Fornero,
nella speranza che smetta de piagne
un lavoro a Banderas, purché non
contempli Rosita
un Nobel per la pace a Obama, ché quello precedente non ha
funzionato
un profilo Facebook al papa, in cui potrà disabilitare i
commenti
una targa non
abbandonare la nave
a Schettino, per arredare la cella
una maschera da maiale alla
Polverini, così che possa divertirsi pure lei in santa pace alle feste
il libro di Pippa Middleton sull’organizzazione dei party
(dalla Polverini) a Fiorito
un’intervista di Barbara D’Urso a Bersani
un rimborso spese alle olgettine, adesso che Berlusconi ha
trovato la fidanzata
un paio di mutande a Belen
un corso di dizione a Alfonso
Luigi Marra
capacità di intendere e volere
(senza alieni) a Sara Tommasi
un grafico al PD (magari uno che
i fotomontaggi non li faccia con la bacchetta magica di Photoshop)
il libro di Flavia Vento a
Grillo
un punto
e virgola a Paolo Giordano
stagisti non pagati a Mondadori
un nuovo Moccia (ché il vero è
impegnato a Rosello) a Rizzoli e Feltrinelli
una medaglia al valor civile al signor Nokia: lui non lo sa, ma
il suo telefono base è subacqueo e ha un protocollo di sicurezza di terza
generazione, glielo assicuro io, avendo effettuato personalmente i crash test
Infine, poiché repetita speriamo
che iuvant (nonostante il mio accorato appello),
auguro a tutte quelle che mi mandano le applicazioni su Facebook di indossare
le ballerine in un
giorno di diluvio universale in cui mancano solo i liocorni.
Buon Natale!