martedì 9 novembre 2010

Fattore X? Macché, fattore famiglia!

Si è tenuta a Milano la seconda conferenza nazionale sulla famiglia. Ad aprire i lavori avrebbe dovuto essere Mr B., ma poi chi li ha organizzati, visto il recente scandalo Ruby, considerato quello precedente con la Daddario, ragionato sulle varie amichette, ponderato il divorzio, valutate le lettere aperte di Veronica Lario e via dicendo, ha pensato di glissare sulla presenza del nostro beneamato Presidente del Consiglio. È stato perciò Giovanardi a parlare della mirabolante iniziativa del quoziente – o, meglio, fattore – familiare. Questa fantastica proposta sarà lo strumento supremo che sventerà per sempre il problema della bassa natalità e dell’invecchiamento della popolazione, tenendo conto del numero dei componenti della famiglia a fine anno, nell’amaro momento in cui si corrisponde allo Stato quanto dovuto, cioè quando si pagano le tasse.
Bene, finalmente una buona riforma! Se non fosse che poi si è scoperto che a beneficiarne sarebbero le famiglie ad alto reddito e solo se dotate di prole mocciolosa. Non solo, ma questi nuclei familiari dovrebbero essere, per godere dei circa cinquecent’euro (pochi e maledetti, detratti – badate bene – non gentilmente elargiti ai nuclei stessi), monoreddito. Pochi sarebbero i vantaggi per le famiglie con due entrate, anche se al limite della povertà.
Quindi, ricapitoliamo. Avete fatto una riforma che non solo aiuta chi non ha bisogno di aiuto, ma ostacola il tanto osannato lavoro femminile? Ma come! Proprio voi, che siete il governo con più ministri in gonnella della storia! O forse ci volete mandare un velato messaggio che vuole dire: «Tu, donna, partorirai con dolore e tutto quello che dovrai fare sarà allattare e correre dietro a dei paffuti batuffoli spara cacca»?
E poi, vabbè va, abbiamo capito che volevate ottenere il plauso dei pii cattolici e del Pontefice quando avete parlato di famiglia “tradizionale”, unita perciò nel sacro vincolo del matrimonio. Che poi mi chiedo, ma davvero la Chiesa sosterrebbe: «Fino al sacro vincolo guai a consumare, poi invece dateci giù per tutto quello che non avete fatto prima e procreate più che potete»?!
Ma non divaghiamo. La folgorante risposta del PD è stata: «Un assegno annuale di 3.000 euro per figlio». Ah, certo, la panacea di tutti i mali! Come non pensarci prima? (Tra parentesi, dove mai troveremmo i soldini?) Non fa niente se non c’avete una casa perché costa troppo, un lavoro perché siete precari e non potete godere dei diritti minimi dell’essere umano da che è stata fatta la rivoluzione francese. Intanto fate i figli, fate, che poi ci pensa il fattore famiglia!

1 commenti:

Xirbaf ha detto...

Guarda che dopo il matrimonio consacrato da Sacra Romana Chiesa effettivamente è necessario procreare come conigli da batteria: è la legge vaticana.
Non lo hai mai sentito su South Park?
Nel caso i figli non venissero, è opportunao tacere la faccenda con l'autorità religiosa e trincerarsi dietro una dichiarazione di "attività volta a soddisfare le dure leggi di questo mondo terreno"; inopportuno è anche un qualunque riferimento ad eventuali "legature" e/ o "imbrigliature" degli apparati impiegati...

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