mia madre è morta oggi, 16 marzo 2018, coi lumini
lampeggianti di rosso e il roll-up della madonna dietro la bara che fa tanto
gomorra e quindi oggi, a quasi quarant’anni, la nostra infanzia finisce per
sempre e tu sei morta e io pensavo che sarebbe stata come la storia di report
che lo guardi la sera e il giorno dopo dici succederà un casino ma non succede
niente dunque tu sei morta e io dicevo domani il mondo si fermerà ma poi non si
è fermato e è andato avanti lo stesso nonostante a me, per un attimo, mi si è
fermato il cuore perché pensavo un pensiero a forma di questo ricordo non ti
consoli quando si muore si muore soli, ma mi sono tranquillizzata perché sarà
pure vero però poi il momento in cui muori è uno solo e prima ce ne sono migliaia,
dunque qualcosa che mi consola c’è e è che fino alla fine siamo stati una vera
famiglia perché vi vedevo lì su quel letto, voi due, che ve ne stavate lì colle
teste in bianco e nero e io lo so che l’amore è infinito però non riesco a
immaginare che ce ne possa essere di più e nemmeno che il mondo possa
continuare, ma d’altro canto lo penso anche di report.
ho provato a dirti non ti arrendere non ti arrendere ma era
solo per me, fossi stata mai in grado di pensare agli altri prima che a me
stessa sarei stata te, e forse è per questo che non sono diventata mamma,
perché per fare la mamma bene come l’hai fatta tu ci vuole che in punto di
morte pensi a noi come alle monelle che si devono mettere a letto e dormire,
ché è notte e tu dormivi tanto bene, pure se respiravi russando come al solito
e russando non hai respirato più e è arrivato il momento giusto, il momento
giusto per morire nel sonno dei giusti senza pensieri parole opere omissioni
(infatti il prete quasi lo cacciavi) la morte dei giusti dunque a quel funerale
c’erano troppi pochi fiori e troppe poche persone e troppe persone sbagliate
che stavano lì a vedere che entravi in quel fornetto troppo piccolo fossi stata
viva avresti detto spostatelo un po’ più in basso no troppo ancora un po’, ma
ci abbiamo pensato noi a renderti confortevole la bara, giusto nel caso in cui
dovessi fare una partitella a briscola con nonno, a cui abbiamo dato le carte,
così abbiamo messo a te il blocchetto e la penna per segnare i punti ché, si
sa, nonno è una gran zelletta perciò io lo so che mi chiedi pace, infatti l’ulivo
benedetto casca sempre quando entro nella tua stanza dall’immagine di papa wojtyła, però io non so non riesco a perdonare e pure se dopo
tutta la malattia mi sento molto zen in realtà è uno specchietto per le
allodole come in quel film quando jane fonda s’incazza perché suo figlio sta per
sposare jennifer lopez e tutta la calma interiore della clinica riabilitativa
va affanculo perché tu hai seminato sempre e solo amore e solo amore dovevi
raccogliere e invece no, invece ti hanno fatto male e io ero troppo concentrata
su me stessa per poterti difendere potessi tornare indietro nel tempo farei
tante cose per esempio scriverei di più, di te, della tua storia ma non so
scriverla bene come tu l’hai vissuta e non so bene se il mondo è pronto per la
tua storia come per i quattro puntini di gadda ma quello che mi consola è che
se un paradiso c’è tu stai lì a giocare a carte con nonno, puoi russare un po’
più piano?