domenica 7 gennaio 2018

Come una Bella Addormentata



A volte nella testa, come in sogno, si confondono le idee le cose che ho visto le cose che ho sentito ma soprattutto le cose che ho sognato le cose che ho letto, quindi si fa una crasi di tuttotutto e immagino Marina Ripa di Meana nel Bardo come il reverendo everly thomas davanti al Cristo/re/principe davanti al topazio di luce con le creature smilze di luce a chiedere come si è comportato nella vita avvicinando la loro testa alla sua, di’ la verità, possiamo verificare? cacciando fuori il cuore dal petto e pesandolo su una bilancia e allora poi il reverendo scappa, come forse Marina Ripa di Meana perché voleva andare in Svizzera a farsi ammazzare ma poi ha scelto la via legale italiana come una Bella Addormentata, altrimenti si sarebbero trovati tutti e due, forse, forse, davanti al macellaio col grembiule sporco del sangue delle sue vittime allora penso uno) che sarebbe giusto, oggi, essere vegetariani perché l’inferno da Dante a Dan Brown è una macelleria dove il condannato è la vittima, in fondo lo sappiamo tutti due) che è veramente difficile pensare alla propria vita con qualcuno che avvicina la testa alla tua vedendo tutta la tua vita ma solo come la vedresti tu cioè giudicandoti-ma-secondo-i-tuoi-parametri ma la legge divina ti chiede Possiamo Verificare? e tu non puoi dire di no e allora qualcuno smilzo di luce ti tira fuori il cuore e scopre tutto tre) che sarebbe bene rispettare quelle una nessuna centomila facce che ti sei messa addosso da vera fricchettona atea e non credere in Dio oppure Cristo/re/principe eppure adesso ci credi perché abbiamo tutti paura, soprattutto della morte, ché la paura è un concetto tristemente legato all’evoluzione e anche se pensando all’evoluzione a me mi viene sempre in mente solo la faccenda delle giraffe col collo corto che poi è diventato lungo per mangiare sugli alberi in realtà nell’evoluzione ci sta pure che ci possiamo curare, paghiamo le tasse, abbiamo una pensione, però nell’evoluzione ci sta la paura, perché, pensavo, la gazzella ha paura del leone quando arriva, il leone, non prima, manco un attimo prima, invece noi colle cure colle tasse colle pensioni abbiamo paura sempre, da quando siamo in grado di intendere e di volere a quando moriamo.

E continuo a pensare che in ’O mare mio di Cannavacciuolo l’apostrofo è sbagliato e io invece lo scrivo giusto e forse per questo qualcuno mi condannerà, prima o poi.

1 commenti:

fedasile ha detto...

Non mi sfugge niente! Sono contenta che tu abbia ripreso a scrivere qui!

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