Siamo nel Medioevo.
Il protagonista è un uomo di mezza età che ha per compagno d’avventura un giovane che viene da un convento benedettino.
Giochi di logica e disegni sparsi come pioggia aiuteranno il lettore a venire a capo del mistero misterioso.
Tutto ruota attorno a un libro oscuro che semina morte a destra e a manca.
Tante, tante, tante, aiutatemi a dire tante, pagine.
Insomma, profuma di (nome della) rosa ma rosa non è, indovina cos’è?
Ah, una cosa, anzi, due.
Vi invito a leggere l’articolo apparso su sulromanzo.it che racconta l’editing Newton Compton (che, a mio parere, fa buon pro all’autore), ma soprattutto a guardare, – visto che noi siamo maligni – nell’unica figura dell’articolo stesso, come sia cambiato il carattere del disegno dell’enigma.
Ultima cosa, tanto perché ho ricominciato a viaggiare sul TAF per Roma e mi sono incattivita ancora di più: vogliamo parlare della copertina del libro di cui dovete indovinare il titolo che ne ricorda un altro dello stesso autore che Simoni (aiutino) ha preso a imitazione? Trova le differenze:
Non è un “Eco” un po’ troppo spudorato?
3 commenti:
Vero è, ma pure quello di Eco ricorda tutte le pubblicazioni (anche cinematografiche e televisive) sulla "Vera storia di Jack lo Squartatore", o no?
Io ho capito la cosa più importante: è stato il maggiordomo!!!!
Per un po' ho pensato al tecnico del computer, poi però ho capito che nel Medioevo i computer non potevano ripararsi, perché esisteva ancora solo Windows 98...quindi è il maggiordomo!
:-)
ho letto le prime 70 pagine, solo perché ero in vacanza e avevo finito tutte le etichette degli "shampi". per dirla alla fantozzi: una cagata pazzesca.
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