martedì 9 ottobre 2012

Il tempo materiale


In una Palermo che sta vivendo, specchio del paese tutto, anni di forte instabilità politica e culturale, e che vede cadere tante delle certezze sulle quali poggiavano i suoi valori, tre non-ragazzini, che parlano e agiscono come adulti, come adulti applicano e fanno propri princìpi e dogmi su cui qualcun altro ha fondato il proprio credo, al punto da fondare una sorta di cellula terroristica in miniatura a emulazione delle Brigate Rosse. Parlano e agiscono ispirati non tanto dall’ideologia del più grande organo terroristico della nazione quanto dalla volontà di averne una propria. In nome di quest’ideologia costruiscono un mondo nel quale tutto è vòlto a imitare una realtà che non richiede spiegazioni. Scimmiottando i loro capostipiti, i tre inventano un linguaggio segreto fatto di gesti e, in nome di qualcosa che non possono comprendere appieno, arrivano persino a atti estremi.
Il protagonista, accompagnato dai suoi compagni umani – nell’accezione più comunista del termine – e animali – grilli parlanti decadenti e agonizzanti –, cresce al contrario, diventa piccolo dopo essere stato grande.
Spaventosamente bello per il linguaggio usato, Il tempo materiale  è il primo romanzo di Giorgio Vasta. Mi auguro caldamente che ne seguiranno di nuovi.
Un encomio a minimum fax, una delle poche case editrici che riporta l’elenco di coloro che hanno contribuito alla realizzazione del libro.
 
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