lunedì 26 novembre 2012

L’incanto del lotto 49



Amanti delle trame, per il vostro bene: non avvicinatevi all’Incanto del lotto 49. Trame non ne troverete. Intrighi, sì, a palate. Soprattutto irrisolti.
Un filo flebile lega a sé i caotici episodi del romanzo, una (presunta) cospirazione mondiale che coinvolge le trasmissioni postali. E un lotto, il 49, di francobolli, falsi autentici (felice ossimoro) di un’organizzazione antichissima che si oppone ai canali convenzionali della comunicazione.
In embrione i temi cari al geniale David Foster Wallace, che pare si sia ispirato all’Incanto del lotto 49 quando scrisse Infinite Jest: droga, paranoia, ossessione e comunicazione, appunto. Solo che l’allievo supera il maestro, secondo me. La forza e l’intensità dei romanzi di Wallace si deve anche, e inevitabilmente, alla loro lunghezza, che permette all’autore di conferire peculiarità al mondo che descrive e a coloro che ne sono parte. Qui, invece, benché abbiano gli stessi tratti satirici e nei caratteri e nei nomi, i personaggi risultano poco incisivi e di loro si capisce ben poco. Alla ridondanza di informazioni di Wallace si contrappongono in Pynchon figure indolenti prive di passato. Appena accennate.
E questo non mi ha fatto apprezzare il romanzo come forse avrebbe meritato, perché bisogna stare non più di un passo oltre il lettore. Se se ne fanno troppi, quello si stufa.

Infine, una facile chiattiveria. Triste, anzi Trystero, l’errore di Einaudi Stile libero che, invece di copiare la copertina che hanno proposto tutti gli editori da che Gutenberg inventò la stampa, in uno slancio d’ingegno sostituisce il corno postale con una moderna tromba da jazz (ci volevate portare direttamente a New Orleans?!). A dimostrazione che i romanzi toccherebbe leggerli se si vuole pubblicarli.
Per la cronaca, L’incanto del lotto 49 era edito da e/o. Che la copertina l’aveva azzeccata.

A sinistra la copertina sbagliata di Einaudi e a destra quella giusta di e/o

martedì 20 novembre 2012

Cosa fare con meno di due euro invece di darli al PD


Posto che ognuno fa quello che je pare, quindi anche andare a votare alle primarie del PD, trovo assurdo che si elargisca denaro a un partito per decidere chi sarà il candidato premier. Quindi, ecco alcune cose da fare con due euri, prezzo – pare – della costosa preferenza:

  1. Se avete meno di 35 anni, e magari anche una carta straccia su cui c’è scritto che siete laureati cum laude, aprite una Srl, per esempio per un’attività di decoupage o macramè: prima o poi torneranno di moda, se l’hanno fatto le spalline.
  2. Comprate un barattolo di Nutella, mangiatelo fino alla fine e piangete davanti a Dirty Dancing – soprattutto quando «Nessuno può mettere Baby in un angolo». Vi resteranno il bicchiere in mano, Patrick Swayze nel cuore e qualche spicciolo di resto da dare ai poveri.
  3. Fatevi una cultura: in Italia è facile, è tutto gratis. Per esempio, se siete a Roma, andate a vedere il Mosè a San Pietro in Vincoli, i dipinti di Caravaggio a Santa Maria del Popolo, L’estasi di Santa Teresa a Santa Maria della Vittoria e chi più ne ha più ne metta.
  4. Non potete permettervi cinema, feste eccetera, perciò fate finta di essere andati da qualche parte e, a tarda notte, prendete un panino dallo zozzone. Consiglio quello sulla Salaria altezza Settebagni, che c’ha perfino l’attestato dei Nas e un simpatico gruppo di astanti.
  5. Andatevene alle terme di Saturnia: l’acqua bollente vi dilaterà i pori e manderà via tutte le tossine. Non so invece quale sarà l’effetto degli umori delle coppiette in calore vicino a voi. Tutta salute, comunque.
  6. Scrivete un libro: la trama non è importante, basta che ci sia un vampiro.
  7. Comprate una maschera di gomma per una festa del PDL, ché due euro per una tuta di latex di uno dei cinque fantastici del PD non vi bastano.
  8. Si avvicinano le feste. Risparmiate sulla carta da regalo. Rispolverate dal cassetto la vostra laurea cum laude di cui al punto 1 e incartate i doni natalizi: più che a questo non vi servirà.

Oh, i soldi che avemo raccolto così glieli damo lo stesso al PD. Pe’ pagasse un grafico, la prossima volta.
 
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